Il Fumo – Fattore di Rischio | Pomigliano d’Arco
Smetti di fumare.
Il fumo – fattore di rischio
Il fumo è uno dei fattori di rischio cardiovascolare più importante. Il consumo regolare e a lungo termine di tabacco può notevolmente diminuire sia l’aspettativa di vita che la sua qualità: fumare 20 sigarette al giorno può abbreviare la vita di chi inizia a fumare a 25 anni di circa 4,6 anni.
Questo significa che ogni settimana di fumo equivale alla perdita di un giorno di vita.
Le stime rivelano che su 1.000 uomini adulti fumatori, uno incontrerà una morte violenta, sei periranno in incidenti stradali e 250 perderanno la vita a causa di malattie legate al consumo di tabacco.
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Il fumo di tabacco incide negativamente su numerosi organi, in particolare danneggia gravemente l’apparato broncopolmonare e il sistema cardiovascolare. Secondo il Center for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, sono state individuate 27 patologie associate al fumo. La severità dei danni fisici causati dall’esposizione al fumo di tabacco, sia attiva che passiva, aumenta in modo direttamente proporzionale all’intensità del consumo di tabacco.
Le principali variabili che influenzano l’entità del danno sono:
- età di inizio
- numero di sigarette giornaliere
- numero di anni di fumo
- inalazione più o meno profonda del fumo.
Principali Patologie correlate al Fumo
Infezioni broncopolmonari e tumori
Il fumo è una principali cause di:
- Bronchite: la bronchite acuta può progredire in bronchite cronica, caratterizzata da tosse e produzione di muco per almeno tre mesi l’anno in un biennio, mentre l’enfisema si manifesta con un ingrandimento insolito degli alveoli e la conseguente distruzione delle loro pareti.
- Asma: gli attacchi d’asma e le infezioni respiratorie tendono ad aumentare in frequenza e intensità. I componenti pericolosi del fumo, come gli idrocarburi policiclici aromatici presenti nel catrame e il Polonio 210, sono i maggiori responsabili dell’insorgenza di tumori ai polmoni e ad altri organi.
- Tumore Polmonare: il carcinoma polmonare è strettamente legato al consumo di tabacco: in Italia, si stima che il fumo causi il 91% dei decessi per cancro polmonare tra gli uomini e il 55% tra le donne, con un totale di circa 30.000 vittime all’anno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce che il 90-95% dei casi di cancro polmonare, l’80-85% dei casi di bronchite cronica e enfisema, e il 20-25% degli eventi cardiovascolari sono direttamente correlati al fumo di tabacco.
Infarto e cardiopatie ischemiche
Il consumo di tabacco rappresenta la principale causa di infarto miocardico e di patologie coronariche sia negli uomini che nelle donne. È responsabile del 30% dei decessi legati a malattie coronariche e aumenta significativamente il rischio di morte improvvisa. Inoltre, nei pazienti sottoposti a interventi di bypass coronarico, il fumo è associato a un maggiore tasso di mortalità peri-operatoria.
- Infarto miocardio oppure Attacco Cardiaco (quali sono i suoi segnali) – L’infarto miocardico si manifesta con una riduzione o un’interruzione del flusso sanguigno al cuore a causa del blocco delle arterie coronarie. Ogni anno, questa patologia colpisce oltre 200.000 persone in Italia, risultando fatale in un terzo dei casi. Il consumo di tabacco è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di aterosclerosi e attacchi cardiaci, in quanto le sostanze nocive inalate danneggiano l’endotelio dei vasi sanguigni, contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche e coaguli.
- Cardiopatia ischemica – Questa patologia è provocata dall’azione nociva del monossido di carbonio e della nicotina. Rappresenta una delle affezioni più diffuse nei paesi sviluppati, con i fumatori che presentano un rischio di insorgenza superiore al doppio rispetto ai non fumatori. Si calcola che una percentuale compresa tra il 20% e il 25% degli eventi cardiovascolari avversi sia direttamente correlata all’abitudine del fumo.
Inoltre, il fumo attiva specifici meccanismi del sistema nervoso (il sistema adrenergico), innescando la costrizione o il restringimento delle arterie, in particolare delle arterie coronarie. Abbandonare l’abitudine al fumo riduce significativamente il rischio già dopo un anno di astinenza. Al trascorrere di 20 anni, il rischio si abbassa ulteriormente, avvicinandosi a quello di chi non ha mai fumato, pur rimanendo leggermente superiore. L’abitudine al fumo non solo accelera il processo di arteriosclerosi delle arterie coronarie, ma influisce sull’intero sistema arterioso. Tale effetto è responsabile di molteplici patologie che colpiscono frequentemente i fumatori. Di seguito, alcuni esempi:
- Ictus: Si caratterizza per la perdita di coscienza e l’incontinenza. Questo evento critico può risultare fatale o causare la paralisi di alcune parti del corpo. Negli Stati Uniti, l’ictus rappresenta la terza causa principale di decesso, e anche in Italia la sua incidenza è elevata. I fumatori vedono raddoppiato o quadruplicato il rischio di subire un ictus. Tuttavia, abbandonando il fumo, si assiste a una riduzione considerevole del pericolo già dopo un anno. Nel giro di 5-10 anni, il rischio per ex fumatori si allinea a quello dei non fumatori.
- Aneurisma Aortico: Si tratta di un’espansione patologica dell’aorta, l’arteria principale del nostro organismo. Tale condizione rappresenta un rischio elevato poiché può portare ad una rottura improvvisa, con conseguenze fatali. È estremamente importante che le persone affette da aneurisma aortico evitino il fumo; infatti, la probabilità di morte dovuta a rottura dell’aneurisma è sei volte superiore nei fumatori rispetto ai non fumatori.
- Danni sulla sessualità maschile – Il fumo aumenta il rischio di aterosclerosi e disfunzione erettile. Lo studio MMAS ha evidenziato che i fumatori con patologie cardiovascolari hanno più probabilità di impotenza. Tra i 40 e i 70 anni, l’incidenza di impotenza varia dal 5% al 15%. Fumatori con problemi cardiaci hanno una probabilità del 56% di impotenza completa, contro il 21% dei non-fumatori. I fumatori con ipertensione hanno un’incidenza di impotenza del 20%, contro l’8.5% dei non-fumatori. Il fumo danneggia l’erezione e la qualità del liquido seminale, riducendo l’elasticità del tessuto erettile. Smettere di fumare è la terapia primaria per la disfunzione erettile e previene l’aterosclerosi. Inoltre, può motivare i pazienti a smettere per migliorare le prestazioni sessuali. Il fumo può anche diminuire la fertilità, riducendo densità e mobilità degli spermatozoi.
Invecchiamento della pelle
Il fumo di sigaretta, importante fattore di rischio, è un noto acceleratore dell’invecchiamento cutaneo e può causare un incremento dell’irsutismo facciale e della raucedine. Le donne che fumano intensamente (più di 10 sigarette al giorno) sono esposte a un rischio relativo di 5,6 volte maggiore per lo sviluppo dell’irsutismo facciale e di 14,2 volte maggiore per la raucedine rispetto a chi non fuma.
Relazione tra fumo e demenza
Gli studi recenti hanno evidenziato che il fumo di sigaretta può aumentare significativamente il rischio di sviluppare disturbi mentali a lungo termine. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Londra ha rilevato che perseverare nell’abitudine di fumare, estendendola fino alla terza età, potrebbe incrementare notevolmente il rischio di deterioramento cognitivo. La ricerca ha dimostrato che chi fuma tende ad essere più suscettibile a danni ai vasi sanguigni, compresi quelli del cervello. Il fumo provoca il restringimento e l’indurimento delle arterie, con la conseguente riduzione del flusso di ossigeno al cervello, compromettendo così la salute vascolare cerebrale. Pertanto, oltre ai noti danni respiratori, il fumo con il passare del tempo sembra avere un impatto negativo anche sulla salute cognitiva.
Effetti sul cavo orale e sull’estetica
Il fumo, fattore di rischio piaga del nostro secolo, indebolisce le difese immunitarie, rendendo più vulnerabile alla placca batterica; provoca l’ingiallimento della dentina; incrementa il pericolo di sviluppare gengiviti e favorisce l’emergere di tumori orali.
Danni del fumo in gravidanza
Il consumo di tabacco incide gravemente sulla salute dell’apparato riproduttivo delle donne, anticipando l’arrivo della menopausa di circa due anni rispetto a chi non fuma, a causa delle alterazioni che provoca nella produzione degli ormoni sessuali femminili. Le gestanti che fumano si espongono a un rischio maggiore di aborti spontanei, di parti di bambini morti e di dare alla luce neonati con un peso inferiore alla media di circa 200 grammi. Inoltre, il fumo in gravidanza è associato a ritardi nello sviluppo fisico, cognitivo e nella funzionalità polmonare del neonato, quest’ultima ridotta del 10%.
Effetti su altri organi
Il fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio per lo sviluppo di diversi tipi di cancro, quali quelli della vescica, del fegato, della laringe, dell’esofago e del pancreas. Oltre a ciò, il fumo può accelerare la comparsa e l’aggravamento di danni renali in soggetti diabetici, come l’albuminuria, e può peggiorare i casi di retinopatia in giovani affetti da diabete.
Effetti del fumo passivo sulla salute
Numerose ricerche confermano che l’inquinamento atmosferico causa il 25% delle patologie respiratorie. L’EPA identifica il fumo passivo in ambienti chiusi come serio pericolo per i non fumatori. Secondo il Surgeon General e la National Academy of Sciences, il fumo passivo può indurre cancro al polmone nei non fumatori e problemi respiratori nei bambini di fumatori. Negli USA, provoca quasi 5.000 morti l’anno per cancro al polmone tra non fumatori e circa mille in Italia. Il rischio di morte per tumore al polmone è di 1 su mille per i non fumatori esposti, inferiore ai fumatori attivi, ma inaccettabile. Il fumo passivo è anche legato a rinofaringiti e otiti nei bambini, con un aumento del 38%, e alza del 20% il rischio di malattie coronariche.
Il Centro di Cardiologia Morra, diretto dal dottor Pasquale Morra, vi esorta vivamente a cessare l’abitudine del fumare e a consultare con attenzione la tabella informativa qui presentata.
“Smetti di fumare e aiuta gli altri a fare lo stesso! “
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