Malattie cardiovascolari: quali sono le differenze tra uomini e donne?

Nella maggior parte delle patologie cardiovascolari, si riscontrano significative differenze tra uomini e donne in termini di incidenza, manifestazioni cliniche e risposta ai vari trattamenti.

Queste differenze derivano da fattori biologici e ambientali: differenze nell’espressione genica e negli ormoni tra i sessi influenzano il funzionamento del sistema cardiovascolare e la risposta alle terapie. Inoltre, il contesto ambientale incide notevolmente, esponendo i sessi a diversi tipi di alimentazione, stili di vita e fonti di stress (scopri come ridurre lo stress) . Entrambi questi fattori giocano un ruolo cruciale nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari.

Per questo motivo, è fondamentale conoscere le differenze di genere quando si affrontano le malattie cardiache, sia in fase diagnostica, dove i sintomi possono variare tra uomini e donne, sia nella scelta della terapia, che deve essere personalizzata in base alla storia clinica individuale del paziente.

Infarto: differenze tra uomo e donna

L’infarto miocardico (e la cardiopatia ischemica in generale) è la patologia cardiovascolare più frequente nel mondo occidentale.
Il rischio di sviluppare cardiopatie ischemiche derivanti da malattie aterosclerotiche nelle donne è ritardato di circa 10 anni rispetto agli uomini, grazie al ruolo protettivo degli ormoni.

Tuttavia, le donne, a causa di caratteristiche biologiche e sociali, sono più suscettibili a patologie cardiache simili all’infarto miocardico, legate a fattori di stress e aumentata vaso-reattività. È quindi essenziale non trascurare mai i sintomi.

Comunemente, l’infarto miocardico viene associato a un forte peso e dolore al petto, talvolta irradiato al braccio sinistro, ma spesso può manifestarsi con sintomi atipici e sfumati, una condizione più subdola particolarmente rilevante per le donne. Se non riconosciuta tempestivamente, questa situazione può causare ritardi nei soccorsi e nel trattamento.

Per le donne, oltre ai sintomi classici dell’infarto, è cruciale non trascurare altre manifestazioni come il dolore alla mandibola e al dorso, difficoltà di digestione, sudorazione intensa e sensazione di mancanza d’aria. Questi sintomi potrebbero segnalare una condizione sottostante più grave.

Le donne sono particolarmente suscettibili alla sindrome di Takotsubo, con il 90% dei casi riscontrati nelle donne, specialmente dopo la menopausa.
Questa condizione, spesso scatenata da stress emotivo o fisico, è caratterizzata da sintomi simili a quelli di un infarto.
Gli ormoni e la risposta allo stress giocano un ruolo cruciale nella maggiore incidenza tra le donne.

Informazioni e stile di vita corretto per una prevenzione adeguata

Le donne, a causa delle loro caratteristiche atipiche, spesso ricevono diagnosi meno accurate e tempestive rispetto agli uomini in caso di infarto del miocardio. Pertanto, è essenziale garantire una corretta informazione sia al personale medico sia alle pazienti riguardo ai fattori di rischio e ai sintomi dell’infarto del miocardio che non devono essere sottovalutati.

Adottare uno stile di vita sano è cruciale per entrambi i sessi, poiché aiuta a tenere sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare e a ridurre la probabilità di infarto.
È fondamentale monitorare regolarmente la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.
L’alimentazione gioca un ruolo chiave: una dieta equilibrata dovrebbe essere ricca di frutta e verdura e povera di grassi saturi, zuccheri, sale e alcol. Condizioni come il diabete, l’obesità e l’ipercolesterolemia aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.
L’attività fisica regolare, adeguata all’età e alla condizione fisica, è altrettanto importante. Il cuore beneficia notevolmente da una camminata quotidiana di circa mezz’ora a passo sostenuto.
Infine, è indispensabile che fumatori e fumatrici smettano di fumare il prima possibile, poiché il fumo è un significativo fattore di rischio per le malattie cardiache.

Donne e cuore: quando fare una visita cardiologica?

Le donne con una storia familiare di patologie cardiovascolari o condizioni associate a un rischio cardiovascolare devono consultare uno specialista in cardiologia per visite ed esami di controllo regolari.

Anche in assenza di sintomi o segnali di allarme, è raccomandato effettuare una prima visita cardiologica intorno ai 40 anni di età per valutare il proprio profilo di rischio cardiovascolare. Successivamente, visite di controllo periodiche, secondo le tempistiche indicate dallo specialista, sono consigliate per i pazienti con un rischio cardiovascolare aumentato.

Un controllo cardiologico specialistico è particolarmente indicato quando si presentano sintomi che potrebbero segnalare un problema cardiaco, come dolore al petto, palpitazioni, difficoltà respiratorie (dispnea), svenimenti con perdita di coscienza o ridotta tolleranza all’attività fisica.

In ogni caso, se si hanno dubbi sulla salute del cuore, è sempre consigliabile sottoporli all’attenzione medica.

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